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Mostra
dei pittori delle Arti Figurative
Dal 6 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019
Cartoline di Natale
 
Si ringraziano gli operatori
Salvatore Giordano, Fioravante Stefanizzi della sezione Fotografia
per le fotografie scattate all'inaugurazione.
C o m m e n t i
Gian Giorgio Massara Angelo Mistrangelo
PAESAGGI, ADDOBBI E ORSI AFFETTUOSI UNA CARTOLINA PER ANNUNCIARE IL NATALE
La Mostra che il Cedas propone in occasione delle prossime festività è varia nei temi e sentita nel modo di rappresentare il Natale.
L’avvìo di questi nostri appunti è sintetizzato in un gruppo di lucenti sfere che scendono dal cielo; subito appresso, il beneaugurante agrifoglio dalle fiammeggianti bacche, simbolo riportato altresì su di una vera "cartolina".
Simpatiche le presenze di un orso dal candido manto che stringe a sé i piccoli, l'immagine di Bubù incantato al sorgere della luna; accanto, un cerbiatto che timidamente abbandona il bosco.
Due autori sottolineano la presenza di palme, stelle comete, renne, il primo in un lavoro che materialmente s'illumina, il secondo in un essenziale foglio che racchiude in sé la poesia del Natale: Natale che si festeggia anche in Etiopia dove i protagonisti hanno gli occhi sgranati per lo stupore.
Come dimenticare però il Babbo Natale che improvvisamente appare nel vano della finestra oppure "L'attesa" fra cupole e lontani minareti ?
Ma il Natale per noi piemontesi significa la montagna innevata che viene raffigurata, in mostra, in una serie di paesaggi per lo più dedicati ai borghi, alle baite montane dai tetti candidi; in un dipinto compaiono invece la collina imbiancata e le gelide acque della Stura che scende da quelle valli di Lanzo ove ancor si recita la "Notte Santa". Ma anche a Nichelino si festeggia il Natale, mentre la scena si fa "silenziosa" nel grande prato bianco antistante il profilo d'una città.
I prati smaltavano di neve” scrive Beppe Fenoglio; proprio alle colline di Langa è dedicato un sensibile acquerello che trasforma la vigna - da considerarsi giustamente patrimonio dell'Umanità - in un reticolo di segni.
Due sono le luci accese nel panorama natalizio, l'una a illuminare un borgo sovrastato dalla luna, la seconda isolata contro un tronco a simboleggiare la via che tutti noi dovremmo seguire in un percorso di reciproca comprensione.
Un fiore conclude la mostra: la rossa "Stella di Natale" trasfigurata dalla luce in un acquerello cromaticamente lieve.
Il primo presepe della storia è quello di Greccio voluto da un Santo che parlava agli uccelli; in mostra figurano il Bambin Gesù e la stella che guida i Re. Piace immaginare anche gli angeli che cantano in coro: “GLORIA IN EXCELSIS DEO”.
Nel tempo della tecnologia avanzata, della comunicazione sempre più rapida e invasiva, del frettoloso scorrere dei giorni, la rassegna “Cartoline di Natale”, promossa dalla Sezione Arti Figurative CEDAS, riporta a lontane stagioni di brillanti e colorati auguri, di pacchi finemente decorati, della luce che rischiara e accende il candido manto della neve.
Questo ricorrente racconto appartiene alla storia dell’umanità, alla suggestione delle «Natività» dipinte dai pittori nel corso dei secoli, alle figure dei pastori, che rinnovano la tradizione delle cartoline spedite da tutto il mondo per annunciare il ritorno a casa durante le festività di fine anno.
E, di volta in volta, s’incontra in mostra il volto di una giovane donna che sogna l’inverno, una distesa di neve tra gli abeti e una piacevole immagine realizzata con succo di mirtillo su carta da incisione.
Ogni tocco d’acquerello, ogni puntuale disegno, ogni vivace composizione sapientemente colorata, riporta l’attenzione intorno alle variopinte palline di Natale, a una gelida giornata tra i banchi del Mercato di Porta Palazzo, a una candela accesa sul far della sera.
Si tratta di impressioni che trasformano le cartoline in una affascinante raffigurazione ricca di oggetti, di sensazioni e luci, in uno spazio della memoria percorso dal ritmo musicale dei versi di Giuseppe Ungaretti:
«Non ho voglia/ di tuffarmi/ in un gomitolo/ di strade/… Sto/ con le quattro/ capriole/ di fumo/ del focolare» («Natale»).
E attraverso il camino arrivano i doni portati da un bonario e sorridente Babbo Natale che, per questa occasione, ha abbandonato la consueta e antichissima slitta per raggiungere i palazzi, le abitazioni e i fanciulli con una bicicletta stracarica di pacchi.
Una bolla di luce e una Stella di Natale, il lento scorrere delle acque del fiume e un nastro rosso, emergono dalle opere esposte. E queste diventano segnali e simboli di una festività segnata da un’intensa spiritualità e, contemporaneamente, dalla volontà di riconquistare una interiore serenità dinanzi a Gesù Bambino, dopo guerre, sofferenze, obbligate migrazioni.
Rimane il ricordo di una cartolina con un bimbo che scrive sul muro della vita «All You Need Is Love» (Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore»), così cantavano The Beatles, mentre permane il pensiero che «la speranza per un mondo migliore non muore».
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