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Minipersonali
dei pittori delle Arti Figurative
Dal 20 settembre al 4 ottobre 2016
 

   

Anche quest'anno siamo ospitati un una sede prestigiosa, ricca di storia e di fascino.
In queste sale sono transitati i migliori artisti di tutto il territorio piemontese ed anche numerosi statisti, tra cui Massimo D'Azeglio ed il Conte Camillo Benso di Cavour.

   


A R T I S T I

Anna Maria GianguzzoClaudio PellegrinoRita scotellaroOleksii SkorokhodGiacomo SodaroSusara Elisabeth SwartRoberto TessoreGiangiorgio Zacà

Anna Maria Gianguzzo

Vive e lavora a Torino.
Ha studiato ingegneria elettronica e lavora nel campo avionico, ma trova sempre il tempo per la sua passione ed appena possibile preferisce disegnare, soprattutto in "plein air" e fermare con il disegno le immagini dei suoi viaggi. Ha appreso la tecnica dell'acquerello alla scuola del prof. G. Bertello e l'ha perfezionata poi sotto la guida del prof. S. Lobalzo.

Ha partecipato e continua a partecipare a rassegne, concorsi, mostre collettive, estemporanee ottenendo riconoscimenti e premi. Dipinge con acquerelli, chine, chine colorate, e realizza opere a tecnica mista.
Ultimamente, a riprova della sua versatilità nel disegno en plain air e soprattutto  grazie alla sua voglia di ritrarre immagini viaggiando, ha vinto, per la mostra/concorso “CuneoVualà. Le vie d’acqua. Taccuini di viaggio disegnati”  nella sezione dedicata a “Le vie d’acqua italiane”, il primo premio, con l’esposizione di una valigia straboccante di taccuini srotolati sulle principali località della penisola.
Dal 2008 collabora alle attività della sezione Arti Figurative del Cedas

Claudio Pellegrino

Nato a Torino, poco dopo aver raggiunto l'età pensionabile, ha ripreso la pittura, una sua passione sentita fin da ragazzo, ma mai praticata, per motivi di tempo, durante la sua carriera lavorativa.
Inizia quindi a frequentare nel 2010, in compagnia della moglie Rosanna, un corso per pittura ad acquerello, presso l'Associazione Artecult di Beinasco, sotto la severe, ma molto efficace guida della nota pittrice "valsusina" Lia Laterza, dedicandosi quasi completamente a temi paesaggistici.

Successivamente, a partire dal 2013, iscritto al CEDAS, frequenta il corso di acquerello tenuto da Piera Luisolo; si applica con grande interesse e soddisfazione, raggiungendo, un deciso miglioramento espressivo, data la possibilità, di avere, oltre alla preziosa guida della docente, un confronto continuo con gli altri artisti presenti al corso e partecipando alle numerose estemporanee molto stimolanti e ben organizzate dalla sezione Arti Figurative Cedas.

I suoi lavori spaziano, un po' su tutti i temi, attingendo esperienza anche dallo studio  e dalla riproduzione di opere di pittori illustri, contemporanei e non, ma sempre realisti, quali, ad esempio William Turner e Pedro Cano, cercando di catturarne i "segreti", per poi tentare di riprodurli nelle sue opere.

Rita scotellaro

Vive e lavora a Salassa, nel Canavese.
Pittrice da sempre, persegue costantemente la sua passione per l'Arte ed è stata insegnante di materie artistiche nelle scuole pubbliche.
I suoi soggetti includono nature morte, ritratti, paesaggi oltre che, spesso, la figura umana, resi per mezzo di tecniche antiche e moderne.

Approfondisce lo studio dell'acquerello: si avvicina al metodo ed ai concetti della pittura informale; sentendo l'esigenza di superare il figurativo, ricerca la trasfigurazione di elementi della natura attingendo a sensazioni, emozioni e sentimenti.

Per Rita, la pittura è un'ininterrotta ricerca, un continuo voler apprendere, approfondire e sperimentare nuove forme espressive.
Dal 2002, espone in numerose mostre collettive e personali in prestigiosi spazi pubblici e partecipa a concorsi, ricevendo diversi riconoscimenti, premi e segnalazioni di merito.

Oleksii Skorokhod

Nato nel 1974 a Kiev, Ucraina, ha studiato presso la Scuola d’arte e si è laureato in Biofisica all'Università di Mosca (Dip. di Fisica), e ha conseguito il dottorato di ricerca in Biochimica, al Centro Naz. di Ematologia, Mosca, e in Medicina Molecolare, all'Università di Torino.
Lavora presso l'Università di Torino al Dipartimento di Oncologia come ricercatore universitario.
Ha frequentato vari corsi Cedas con Alex Ognianoff, Sandro Lobalzo e Piera Luisolo.
Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali ottenendo un ottimo riscontro da parte del pubblico e della critica.
E' anche illustratore di libri e presentazioni tra cui alcune riviste scientifiche all'Università di Torino.
Si cimenta con diverse tecniche, disegno, olio, acrilico, acquerello, cercando di trasporre nelle sue opere un po’ della sua personale visione del mondo che lo circonda, analizzando, a volte con tratti leggeri, in altri casi con segno marcato, alcuni lati meno conosciuti della natura umana.

Per dipingere non servono solo pennelli e colori, ma anche pensieri, opinioni, idee. Aleksiej lo sa bene, la sua attenta ricerca di soggetti sempre nuovi e mai banali ne è la prova. Fondamentale è l'applicazione di una tecnica, che ha saputo interiorizzare e con cui si confronta spesso. Lui sa anche, come scienziato, che la strada per ottenere grandi risultati è lunga e mai troppo facile, ma intanto, sorretto dalla passione per l'arte, produce ed evolve, sempre.

Giacomo sodaro

Nasce artisticamente negli anni 70 quando inizia a disegnare fumetti a Milano.

Negli anni 80 inizia una collaborazione con un architetto di Torino come illustratore per oggetti di design, e acquisisce la tecnica dell’aerografo mentre contemporaneamente illustra interni, esterni e spaccati di motori per l’UTS (FIAT).

A fine anni 80 passa all’illustrazione pubblicitaria collaborando con varie agenzie che hanno come clienti soprattutto Ferrero, Lavazza, etc.

Infine collabora per conto di Quartostile, presso il Centrostile FIAT nell’illustrazione e creazione interni di nuovi modelli di autovetture.

Nel 2014 si iscrive ad un corso di acquerello presso il Cedas dove si appassiona a questa tecnica.

Susara Elisabeth Swart

Nata in Sud Africa e cresciuta nell'Africa Centrale, nel paese che oggi si chiama Zambia.

Anche se vive a Torino da molti anni, ama dipingere quei luoghi perché è rimasta molto legata a quella terra, alla sua gente, agli animali, alla natura incontaminata. Inizia da autodidatta esprimendo, con efficacia, grazie alla sua creatività e dimestichezza con le svariate tecniche del disegno, e principalmente usando i colori ad olio, le figure che più le sono rimaste nel cuore e che fanno parte del suo mondo.

Prendono così forma le creature libere della savana, leoni, gazzelle, colibrì ...e naturalmente predilige anche ritrarre gli abitanti che popolano la sua terra natia con figure a volte eteree, a volte morbide e ben lavorate, immerse nei paesaggi poetici e luminosi d'Africa.

Dopo la formazione artistica sotto la guida del maestro Pippo Ciarlo, recentemente scomparso, si cimenta con le esposizioni, partecipando a mostre collettive ed ottenendo ottimi consensi da parte del pubblico e della critica.

Roberto Tessore

Nasce a Pavia il 28 Aprile 1964.
Si scopre pittore con una tavolozza e dei colori regalati dallo zio e incuriosito da uno splendido ritratto a carboncino eseguito dal nonno.
Autodidatta, inizia la sua prima esperienza pittorica dipingendo un piccolo albero su di una tavoletta di legno nel 1978. Il suo primo quadro ad olio su tavola lo dipinge per il matrimonio della sorella nel 1985 a ben 21 anni, ed il secondo nel 1990 a 26, su tela, per la moglie.
Dipinge pochi quadri ma dal 2006 prende parte al Gruppo Artistico “Il castello” di Rivalta di Torino. Inizia ad esporre in diverse “collettive”. Nel 2008 la sua prima personale. Nel 2012 vince il suo primo concorso “Premio Gloria Rinaldi “ in occasione della ricorrenza del gemellaggio dei comuni Torino-Parigi. Nel 2014 entra a far parte nel Gruppo delle Arti Figurative del CEDAS.
Surrealista, ma con un tocco di informale. Sfumature, sfondi scuri, misteriosi, con nuvole grigie in movimento, a suggerire la profondità. Camion in primo piano, interni di fabbriche in disuso, ciminiere, muri, castelli sospesi nel cielo, manichini, scale e crepe a consacrare il trascorrere del tempo, che fuggono verso il vuoto. Figure misteriose … i “biscotti” … testimonianze di un irrisolto enigma, dell’inconscio, del mistero.

Giangiorgio Zacà

Nato a Gallipoli (Le) nel 1942 e dal 1944 vive a Torino.
E’ laureato in Scienze Politiche con indirizzo sociologico e ha lavorato nel Gruppo FIAT come funzionario nell’area Personale e Organizzazione. Nel 1977 inizia a frequentare i corsi di pittura CEDAS, prima con Gianni Sesia della Merla per l’olio fino al 1987 poi con Guido Bertello e Sandro Lobalzo per l’acquerello. Dal 1998 frequenta il corso di acquerello di A. M. Palumbo presso l’Università della Terza Età. Dal 1979 partecipa ad estemporanee e mostre collettive organizzate da CEDAS e da associazioni culturali e artistiche del Piemonte.
Dal 2008 è vice-delegato della sezione Arti Figurative del CEDAS.

Giangiorgio Zacà dipinge il paesaggio con una ricca tavolozza che gli permette di riportare e trasmettere tutta la gamma emozionale e sentimentale che la natura contiene. Nella fitta schiera dei paesaggisti Giangiorgio Zacà porta una ventata di freschezza e di naturalezza per quel suo saper cogliere l’attimo magico della natura. Il festoso gorgoglio dell’acqua e lo stormire del vento, le nevi immacolate e i rossi tetti rendono i suoi paesaggi intensi, comunicativi e vibranti ed esprimono il sentimento eterno e profondo che si prova per ciò che è autentico e semplice.
C o m m e n t i
Gian Giorgio Massara Angelo Mistrangelo
AL CIRCOLO, QUATTRO PRESENZE SIMBOLI, ASTRAZIONI, IMMAGINI
La prima mostra d’autunno che il Circolo degli Artisti ospita è dedicata a otto Soci Cedas Fiat; pittori che abbiamo precedentemente incontrato ad Agliè in occasione del Concorso Estemporaneo e dell’omaggio rivolto a Guido Gozzano nel centenario della morte, il pittore che ha cantato Torino “con l’affettuosa tenerezza della sua poesia crepuscolare”.
La mostra attuale spazia dai paesaggi al tema della Natura morta per spingersi sino al cuore dell’Africa con ritratti, e la bella testa di un Leone che – occhi socchiusi – scruta l’orizzonte.

Giacomo SODARO ci conduce in uno dei luoghi più affascinanti delle Cinque Terre, a Vernazza, dipingendone la baia azzurra, le case aggrappate al monte, i resti d’un sito castellano; ma la sua attenzione viene attratta altresì a una silente veduta invernale de La Mandria, dai riflessi d’una cattedrale in un giorno di pioggia oppure dalla lontana costa Bretone nell’ora del crepuscolo. Le barche sono qui ormeggiate l’una accanto all’altra, mentre il silenzio domina il profilo d’una breve collina con le sue abitazioni. Fiammeggiante è infine la prua d’un peschereccio riflessa nelle acque.

Anche Giangiorgio ZACA’ sceglie il tema del paesaggio. Un paesaggio più nostrano, ispirato alla veduta di Pont Canavese in un giorno di mercato, con le bancarelle che s’intravedono oltre le arcate antiche d’un palazzotto; quindi la primavera nel Monferrato e l’esplosione di colore degli alberi in fiore sul versante di una Collina. I frutti infine che Zacà propone ai visitatori in due buone Nature morte equilibrate nei rapporti cromatici, essenziali nella presenza di tovagliette quadrettate stile anni trenta oppure di una casseruola di rame dalla quale fuoriescono le verdure.

Anna Maria GIANGUZZO si dedica con passione, da tempo, alla pittura ottenendo risultati più che apprezzabili, specie nelle opere ad acquarello. Ecco quindi sulle pareti del Circolo degli Artisti la bella sequenza di cassette ricolme di Carciofi, di Pesci ben disposti oppure di violacei frutti della terra che si traducono in accorta sequenza cromatica.
Talvolta l’attenzione dell’artista è attratta dalla figura di un’anziana venditrice di pomodori mentre, in altre occasioni la Gianguzzo, riprende un felice scorcio di Piazza Solferino con una delle immagini modellate dalla mano di Giovanni Riva riflessa nelle tremule acque.

Susara SWART trascorre più tempo in Africa che non in Italia. Innamorata di questa lontana terra, sa cogliere le presenze degli animali, delle persone che incontra e soprattutto ama soffermarsi sugli sguardi profondi che talvolta si mutano in Visione. Così, il Giocatore cieco s’impone sulla superficie della tela animata per la presenza dei bianchi, mentre la Donna Koisan guarda in modo fiero il proprio interlocutore: nuda, stringe a sé oggetti colorati della sua terra, il cui azzurro s’accorda con il colore del cielo. Una pittrice che dell’Africa ama tanto gli orsi “in posa”, quanto le donne il cui corpo emerge fra collane e braccialetti.

Ormai le Scuole di Pittura “Cedas Fiat” danno ottimi frutti: dalle esperienze condotte “in classe”, in molti casi ci si è avviati verso il professionismo, frutto di un lavoro tenace, sì, ma anche scaturito da guide sicure.
Collettive, estemporanee, corsi di pittura e disegno, contraddistinguono l’impegno e l’attività della Sezione Arti Figurative del Cedas, che in questa occasione propone una serie di minipersonali che attestano l’evoluzione della quotidiana ricerca espressiva degli artisti selezionati.
Un nuovo appuntamento, quindi, con una scelta di documenti che esprimono il continuo approfondimento dei mezzi tecnici, dell’equilibrio compositivo, dell’indagine conoscitiva che presiede alla realizzazione dei soggetti presenti a questa rassegna.

Il discorso si apre con l’«Omaggio a Pedro Cano» di Claudio Pellegrino, che, accanto alla «Madonna fiorentina», ripresa da una fotografia del grande maestro Steve McCurry, mette in evidenza una particolare esperienza di ritrattista nel comporre e fissare un calibrato «Ritratto di Riccardo». Le immagini fluiscono con misura, con una piacevole resa della Provenza o di una pineta, con una linea che «costruisce» la rappresentazione sempre vista e interpretata tra un sensibile naturalismo e una delicata raffigurazione.

In Rita Scotellaro la sequenza dei quadri rivela una personale lettura della realtà che trasforma in pagine quasi astratte, in colori finemente intessuti, in scansioni di un racconto che unisce il «Ghetto degli Ebrei» a «Oltre il blu». Vi è nelle sue pagine il clima di un raccolto lirismo, sostenuto da quelle sottili emozioni che concorrono a definire il dettato, la storia, la propria interiorità. E così una luce improvvisa e penetrante crea inusitati itinerari della memoria, rivela ricordi di un tempo che riemerge dal passato con pulsante energia.

L’intenso volto dello scrittore Kafka prende forma e consistenza nell’opera di Oleksii Skorokhod, attraverso le cadenze di un segno che scopre un profilo, una vibrante espressione, uno sguardo che cattura l’osservatore, rievoca un incontro ed entra in simbiosi con il tempo e il suo essere momento risolutivo della propria esistenza. Il fascino degli animali, un vibrante cromatismo e una serie di ritratti attestano la ferma volontà di Skorokhod di oltrepassare il silenzio e approdare a una raffigurazione dalla vitale gestualità.

Roberto Tessore, infine, oltrepassa il vero per permetterci di entrare in un mondo onirico, in un universo di sensazioni, di accostamenti tra oggetti e una ricostruita identità umana. E un camion o una «grande crepa», concorrono a stabilire un ben preciso rapporto tra un bosco e la luce che rischiara un metafisico manichino, tra un’ombra sullo sfondo di una scena risolta con puntualità e la fuga di linee verso l’infinito. La magia del paesaggio rinnova l’incontro dell’artista con i simboli e i temi di una singolare narrazione.
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